Pagina 4 - Matilde di Fusco

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quando inaspettatamente mi ha telefonato per invitarmi
qui...» mi guardai intorno «...ed ecco l’accoglienza!»
«E tu pensi che tuo zio abbia boicottato il tuo arrivo...»
sorrise
«Non so più cosa pensare, ma ho già provato a telefonare
sei volte al numero di cellulare che mi ha lasciato ed è spento»
«Hai un indirizzo?» chiese.
Gli porsi il biglietto dove mia madre aveva annotato il
nome della borgata in cui doveva trovarsi la casa di mia zia,
lui lo guardò poi voltò lo sguardo verso l’esterno e disse:
«Non è lontano da qui, saranno sei sette chilometri al mas-
simo, se vuoi ti ci accompagno»
«E se lei mi sta cercando?» mi sfuggì. Mi diedi dell’idio-
ta una frazione di secondo dopo aver pronunciato quelle paro-
le. Era un ragazzo terribilmente bello, era interessante, si di-
mostrava disponibile e sembrava uno di cui ci si può fidare,
ed io mi lasciavo sfuggire così la possibilità di conoscerlo
meglio? L’aria di montagna doveva avermi annebbiato il cer-
vello!
«E secondo te dove ti starebbe cercando? La stazione è
tutta qui, vedi tua zia?» fu lui a salvarmi
«No» gli sorrisi grata
«E tuo zio?». mi guardai attorno, poi aggiunsi
«Non so nemmeno che faccia abbia....però so che è più
giovane di mia zia di sei anni...e questo esclude i presenti»
Lui si voltò, sorrise «Allora andiamo?»
«D’accordo, a questo punto credo che accetterò il passag-
gio, non sopporto più di stare qui. Ma quando arrivo a casa
spero abbiano un valido motivo per avermi piantato in asso»
dissi imbronciata, ma ero felicissima.
«Non vorrei essere al loro posto» sorrise pagando i caffè
«anzi al posto di tuo zio dal momento che secondo te è colpa
sua»«Conosco mia zia, non si sarebbe mai comportata in que-
sto modo, non è da lei»      

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